Attualmente, la nuova generazione di super microscopi è
basata sostanzialmente su una potenza di risoluzione tale da individuare i
dettagli anche atomici dei farmaci mentre attaccano i loro bersagli molecolari,
quest’ultimi funzionano ,infatti, solo a temperature bassissime.
La crio-microscopia elettronica sembra ormai essere la
futura tappa della storia del microscopio, essa aprirà nuove porte verso il
mondo dell'infinitamente piccolo costituito da universi sconosciuti ancora da
scoprire.
Molte apparecchiature sono , infatti ,ormai utilizzate
dalle Università più prestigiose del mondo e all’avanguardia nel campo della
ricerca , esempio ne è il vicino Centro di Biotecnologie Molecolaridell’Università di Torino,il quale si è avvalso negli ultimi anni dell’ installazione di un nuovo microscopio di
ultima generazione ,adatto all’analisi morfologica di cellule e tessuti,in
grado ,quindì, di osservare singole molecole.
Quest’ultimo è ,infatti,
riuscito a individuare il famoso virus Zika.
Presso ,invece,l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e
di Pisa e della Scuola Normale Superiore
(SNS) giovani ricercatori hanno implementato una nuova generazione di
supermicroscopi capaci di una risoluzione molto maggiore rispetto agli attuali
microscopi ottici. Grazie ,proprio a questa apprecchiatura , gli scenziati sono
stati in grado di osservare le particelle del virus dell’epatite B, le quali
posseggono un diametro di circa 50 nanometri.
Non solo in Italia ,ma anche negli Usa ,un gruppo di ricerca del National Institutes of Health (Nih), è riuscito ,grazie a
microscopi tenuti a bassissime temperature ,a filmare l’azione di un proteina con una risoluzione di 2.2 miliardesimi di
metro.
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